I diritti dei disabili dimenticati dalla politica
Dopo la decisione di Draghi che è stata irremovibile nonostante le richieste del Presidente della Repubblica Mattarella, ecco che l’Italia dopo anni di “non voto” si dirige verso le urne. La data scelta è quella del 25 settembre e questa estate, calda come non mai, lo è stata anche a colpi di campagna elettorale. Gli schieramenti sono ben noti e dopo due anni di pandemia, l’inflazione e la situazione dell’Ucraina che preoccupa, i cittadini italiani sono stati coinvolti per prendere posizioni.
I temi principali dei programmi
I temi trattati principali che ricorrono nei diversi programmi politici sono la fiducia verso una determinata figura, l’onestà e la condivisione di ideali ma anche mettere al centro programmi reali e concreti con la voglia di cambiare le cose, prestando attenzione ai più deboli. Se queste sembrano essere tutte tematiche nobili, sembra che ci sia una categoria di cittadini contribuenti completamente ignorata da tutte le classi politiche: i disabili.
Disabilità in politica: il tema escluso dai programmi elettorali
Oggi essere disabili in Italia è una condizione non considerata dalla classe politica; non importa quale sia l’ideologia, in nessun programma per il 25 settembre sembrano esserci attenzioni verso queste persone che spesso lavorano e pagano le tasse proprio come tutti gli altri ma hanno necessità di alcune attenzioni come ad esempio rendere le città più agevoli, supporti lavorativi per poter eseguire visite e controlli quando necessario o supporto psicologico per sé e per la propria famiglia. Non pensate alla disabilità solo come a soggetti incapaci di badare a se stessi al 100% o a chi è costretto alla sedia a rotelle. Esistono tantissime forme di disabilità e ciascuna meriterebbe attenzione da parte della classe politica italiana.
Possiamo dire che non sono solamente i grandi esclusi ma che la disabilità in politica non è una tematica ritenuta rilevante per le votazioni del 25 settembre.
In Italia, come in molti altri Paesi, le persone con disabilità devono affrontare una diffusa discriminazione ed esclusione. Secondo un rapporto del 2016 dell’ONU e del Consiglio Mondiale delle Chiese, le persone con disabilità sono tra le più esposte al rischio di povertà in Italia – circa il 40% di loro vive al di sotto della soglia di povertà. Questo è particolarmente vero per le persone con menomazioni visibili come la cecità o sfide fisiche come la paralisi o un significativo problema di mobilità.
Quali problemi devono affrontare i disabili in Italia
L’accessibilità dei trasporti pubblici in Italia è mediamente buona, ma ci sono alcune aree di miglioramento. La metropolitana, ad esempio, non è completamente accessibile ad ogni fermata delle grandi città. Ci sono alcune aree che possono essere migliorate: la segnaletica nelle stazioni di solito non è in Braille e gli ascensori spesso non sono della misura giusta per una sedia a rotelle. La mancanza di ascensori in città rende alcuni edifici e luoghi pubblici difficili da raggiungere. Alcuni edifici hanno un ascensore, ma spesso sono in manutenzione o sono troppo piccoli per una sedia a rotelle.
Le persone con disabilità sono spesso discriminate quando affittano o acquistano un immobile. I proprietari sono spesso riluttanti ad affittare a persone con disabilità perché presumono che la loro proprietà non sarà ben tenuta o sarà necessario effettuare lavori di modifica per rendere la casa adeguata.
Secondo un rapporto del 2016 del Consiglio Mondiale delle Chiese, solo il 28% delle persone con disabilità in Italia ha un lavoro, rispetto al 74% delle persone senza disabilità. Per le persone con disabilità visibili, il tasso di occupazione è ancora più basso: solo il 19 percento lavora, rispetto al 59 percento delle persone senza disabilità. Questa mancanza di opportunità di lavoro si riflette spesso in stipendi più bassi: le persone con disabilità guadagnano il 27% in meno rispetto alle persone senza disabilità.